Il Ponte di Veja è il nostro amato ponte di roccia, chi non lo conosce ormai?
Si erge lì, in quel luogo oggi parte del territorio di Sant’Anna d’Alfaedo, da innumerevoli anni.
Ha visto passare generazioni di esploratori dei tempi moderni, alla ricerca di qualche indizio sulle leggende che custodisce da sempre.
Ha attraversato i secoli, guerre e calamità naturali l’hanno travolto, ma lui è sempre rimasto in piedi.
Gli agenti atmosferici nel corso dei millenni lo hanno modificato, un tempo era parte di un’immensa grotta dove i nostri progenitori cacciavano, si riparavano e forse vivevano.
Ma lui è ancora lì, sentinella del tempo che fu e della nostra epoca.
Deve essere stata questa sua natura al tempo stesso maestosa e mitologica ad aver ispirato alcuni artisti del passato e del presente.
Ecco il primo, i suoi versi dovrebbero svelarvi subito di chi si tratta
«Luogo è in inferno detto Malebolge,
tutto di pietra di color ferrigno,
come la cerchia che dintorno il volge.
Nel dritto mezzo del campo maligno
vaneggia un pozzo assai largo e profondo,
di cui suo loco dicerò l’ordigno.
Quel cinghio che rimane adunque è tondo
tra ‘l pozzo e ‘l piè de l’alta ripa dura,
e ha distinto in dieci valli il fondo.
Quale, dove per guardia de le mura
più e più fossi cingon li castelli,
la parte dove son rende figura,
tale imagine quivi facean quelli;
e come a tai fortezze da’ lor sogli
a la ripa di fuor son ponticelli,
così da imo de la roccia scogli
movien che ricidien li argini e ‘ fossi
infino al pozzo che i tronca e raccogli.»
È il sommo poeta Dante Alighieri, a cui è stata dedicata anche una quercia secolare.
Una targa inchiodata nel legno racconta del suo esilio e dell’ispirazione che pare il Ponte di Veja gli abbia favorito per la stesura delle Malebolge, la descrizione del terribile ottavo cerchio dell’inferno.
Se ti fa un po’ specie sentir parlare del Ponte di Veja come una musa ispiratrice di paesaggi demoniaci allora guarda questo filmato.
Al minuto 1:10 osserva in alto a sinistra, vedrai qualcosa di familiare.
Anche Andrea Mantegna, pittore e incisore Mantovano a cavallo del tredicesimo e del quattordicesimo secolo fu colpito da tanta maestosità.
Il suo tributo al ponte però si tramutò in qualcosa di completamente diverso rispetto all’opera di Dante.
Sullo sfondo di uno dei suoi più celebri dipinti: la camera degli sposi, che il video qui sopra vi mostra in tutta la sua magnificenza, appare proprio l’immenso arco.
Anche artisti moderni, come vi abbiamo raccontato in questo articolo, hanno girato le loro clip nei pressi del Ponte di Veja, che dunque continua a stimolare muse anche nella nostra epoca.
Chi sarà il prossimo ad essere ispirato dal mitico guardiano alla stesura di qualche memorabile opera d’arte?